Etrusca disciplina
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Contrariamente ad un luogo comune ancora oggi diffuso, gli Etruschi non scomparvero con la conquista romana, ma anzi imperatori come Augusto e Claudio favorirono la rinascita e lo studio dell’Etrusca Disciplina, l’arte di interpretare il futuro e la volontà degli dei secondo quanto rivelato agli uomini dal fanciullo divino Tagete e dalla lasa Vegoia. Durante tutto il corso della storia romana, dalla Repubblica al tardo Impero, per interpretare la volontà divina e difendere la salvezza di Roma in pace ed in guerra il Senato ricorse ricorse al Collegio dei LX Aruspici, formato da membri delle più antiche etrusche. Ancora dopo la conversione dell’Impero e la proibizione da parte di Teodosio dei culti pagani l’Etrusca Disciplina rimase l’ultimo bastione dei culti tradizionali contro il dilagante cristianesimo. Il presente lavoro analizza attraverso i testi degli autori antichi e le più recenti scoperte archeologiche quale fosse il ruolo degli aruspici etruschi nel mondo romano, come suddividessero e leggessero la volta celesta (templum), come interpretassero i presagi e come secondo Plinio e Zosimo fossero in grado di evocare e utilizzare il fulmine come arma contro i nemici di Roma, come avvenne con Alarico. In appendice il saggio Auspicia ex avibus di Emanuele Viotti ed i calendari brontoscopici di N. Figulo e di Fonteio, derivati dai Libri Tagetici, rare sopravvivenze dei testi sacri etruschi, e gli Elogia Tarquiniensia.
Di Pierluigi Romeo di Colloredo Mels, 182 pagine
In italiano
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