1814 – Italia napoleonica
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Napoleone rappresentò per l’Italia un vero e proprio tornado. In 25 anni la carta politica dello Stivale fu sparigliata fu volte: furono creati e cancellati Stati, i confini spostati vorticosamente, le monarchie diventare repubbbliche e poi ancora monarchie, parte della Penisola annessa direttamente all’Impero Francese. Tutto questo “movimento” rappresenta un terreno fertilissimo per gli appassionati di ucronie. L’autore di questa raccolta si concentra in particolare sulla seconda fase dell’avventura napoleonica in Italia: quella del crollo dell’effimero Impero di Bonaparte. Siamo nel 1814. Gli Alleati sono entrati a Parigi. Napoleone sta per abdicare e “inevitabilmente” trascina nella sua rovina gli ultimi fedeli vassalli. Inevitabilmente? Nell’ucronia proposta il Viceré Eugenio riesce a salvare il REGNO ITALICO, difeso da un esercito di veterani forte di 45 mila uomini che avevano sempre sconfitto gli Austriaci. Ribaltiamo completamente la prospettiva (è questo il bello dell’ucronia) e immaginiamo al contrario che l’AUSTRIA NEL 1815 si annetta anche la Liguria e il Piemonte, con sorprendenti modifiche negli eventi dei decennni successivi. Questa raccolta di ucronie non poteva non concludersi con un racconto dedicato allo stesso Napoleone. E’ un Napoleone “rinunciatario”, che dall’Isola d’Elba non tenta la grande ma tragica avventura dei 100 Giorni. Eppure, proprio grazie a questo suo atteggiamento remissivo, riuscirà a tornare a capo di uno Stato che seppur lontano dai sogni di dominio europeo, si estenderà da Mantova al Tirreno: la GRANDE LUNEZIA.
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